Ha stuzzicato la curiosità dei media il dirigente dell’Istituto Comprensivo Statale di Settimo Milanese che ha assegnato questi compiti delle vacanze agli alunni della scuola secondaria:
1. Riposatevi e divertitevi
2. Coltivate le amicizie. Eventualmente anche nuove.
3. Se potete viaggiare, fatelo
4. Poiché comunque potete ascoltare, guardare e leggere, fatelo: in particolare ascoltate musica, guardate film, leggete libri e fumetti e parlatene con i vostri amici
5. Tenete un diario, scrivete agli amici, preferibilmente lettere o e-mail
6. Pulite un tratto di spiaggia, di prato o di bosco. Nei casi disperati cominciate pure da camera vostra
7. Dimenticate spesso il cellulare da qualche parte. Nei casi disperati dimenticatelo una volta sola. Nel secchiello del ghiaccio, con molto ghiaccio
dalla Circolare del Dirigente scolastico Andrea Bortolotti
La prima riflessione è che la circolare in cui si trovano queste indicazioni esplicita il fatto che sono assegnati “considerato il PTOF dell’Istituto”. Non si tratta di un colpo di testa del Dirigente ma questi compiti così particolari sono coerenti con il Piano formativo della scuola. Sono un modo per continuare durante le vacanze l’attività educativa dei mesi precedenti.
La seconda è che sono interessanti perché rappresentano un modo per insegnare ai ragazzi a usare bene il tempo delle vacanze. Non si tratta di non fare nulla ma di impegnarsi in qualcosa di “significativo” e di aperto al prossimo. Partendo da quello che è vicino a loro
Per approfondire
«Riposatevi e pulite le spiagge»: il preside e i compiti per le vacanze – Articolo di Federica Cavadini sul Corriere della Sera del 18 giugno 2019
I compiti delle vacanze assegnati dal preside: «Riposatevi, divertitevi, uscite con gli amici» – articolo di Monica Coviello su Vanity Fair
I compiti delle vacanze assegnati dal preside: «Riposatevi, divertitevi, uscite con gli amici» – articolo di Monica Coviello su Vanity Fair
Il pedagogista: «Meno compiti per le vacanze? Io li abolirei proprio» – intervista di Monica Coviello a Dario Ianes su Vanity Fair