Come fare per avere più tempo? – Oliver Burkeman


Oliver Burkeman
Come fare per avere più tempo?
Time management per comuni mortali
Vallardi

Oliver Burkeman

Oliver Burkeman è uno scrittore e giornalista britannico. Dopo la laurea al Christ’s College di Cambridge, tra il 2006 e il 2020 ha curato su The Guardian una rubrica settimanale di successo sul benessere psicologico, This Column Will Change Your Life. Ha lavorato come reporter da Londra, Washington e New York. Vincitore dei premi «Young Journalist of the Year» e «Science Story of the Year», i suoi articoli sono apparsi su testate prestigiose come The Wall Street Journal e New Philosopher, e in Italia su Internazionale. Come fare per avere più tempo? Time management per comuni mortali (Vallardi 2022) è stato segnalato tra i libri più belli dal New York Times.

Diciamo le cose come stanno: la durata media della vita umana è scandalosamente breve. Chi tra noi raggiungerà gli 80 anni avrà vissuto poco più di 4000 settimane. Com’è possibile formulare piani ambiziosi in un lasso di tempo così effimero?
Lo spettro delle caselle di posta elettronica stracolme, della pila di abiti da stirare e delle vacanze da prenotare aleggia sopra di noi, spingendoci a compilare liste, piani, cartelle per ottimizzare il nostro tempo. Ma così finiamo per dimenticare il nocciolo della questione: come spendere al meglio le nostre giornate.
Oliver Burkeman, columnist del Guardian e scrittore bestseller, ripercorre il pensiero di filosofi, monaci, artisti e studiosi in un manuale che mira a liberarci dall’ossessione di «dover far tutto». Un invito pratico e insieme profondo ad abbracciare i nostri limiti e a lasciare andare l’illusione di controllare tutto, riconoscendo la gioia e l’importanza nascosta in ogni piccola scelta intrapresa.

dalla quarta di copertina

Interessante perché

Non è l’ennesimo manuale per insegnarci a essere più organizzati e fare più cose in una giornata. È un libro per riflettere sul senso di quello che facciamo per imparare a usare bene il tempo. E – per restare nello specifico della scuola – per comprendere i danni della “prospettiva rivolta al futuro” per cui quello che facciamo è sempre in vista di un domani (vi suonano familiari espressioni tipo “assegno i compiti così alle medie saranno abituati”, oppure “impara questa cosa perché ti servirà al liceo”) e mai centrato sul presente.