Purtroppo l’aspetto emotivo è spesso trascurato nelle nostre aule scolastiche. Nella scuola del primo ciclo dovremmo ricordarci che:
Lo studente è posto al centro dell’azione educativa in tutti i suoi aspetti: cognitivi, affettivi, relazionali, corporei, estetici, etici, spirituali, religiosi. In questa prospettiva, i docenti dovranno pensare e realizzare i loro progetti educativi e didattici non per individui astratti, ma per persone che vivono qui e ora, che sollevano precise domande esistenziali, che vanno alla ricerca di orizzonti di significato.
Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione in Annali della pubblica istruzione 2012 p. 9
Queste parole, che valgono ogni giorno, sono particolarmente vere – e dovremmo ricordarcele a vicenda – in questi giorni in cui la scuola sta facendo il possibile per riorganizzarsi nel marasma totale dovuto all’emergenza coronavirus. In particolare, leggendo il passaggio in cui si dice che la didattica è pensata e progettata “per persone che vivono qui e ora, che sollevano precise domande esistenziali” dobbiamo senza dubbio tenere presente che il nostro qui ed ora è evidentemente segnato da un virus e da una situazione di tensione e stress generale.
A proposito delle relazioni tra sfera emotiva e sistema immunitario , nel 1995, Daniel Goleman, nel suo libro Intelligenza emotiva scriveva:
Un’altra fondamentale via di collegamento fra emozioni e sistema immunitario si esplica nell’influenza esercitata dagli ormoni liberati in condizioni di stress. Le catecolamine (adrenalina e noradrenalina), il cortisolo e la prolattina, come pure gli oppiacei naturali beta-endorfina ed encefalina, vengono tutti liberati in quello stato di attivazione fisiologica che segue allo stress. Ciascuna di queste sostanze ha un forte impatto sulle cellule immunitarie. Sebbene le relazioni siano complesse, l’influenza principale di questi ormoni, mentre la loro concentrazione aumenta nell’organismo, è quella di inibire la funzione delle cellule immunitarie: almeno temporaneamente, lo stress sopprime la resistenza immunitaria, forse per risparmiare l’energia necessaria a far fronte all’emergenza immediata, alla quale viene riconosciuta la priorità e che potrebbe essere più urgente per la sopravvivenza. Ma se lo stress è costante e intenso, tale soppressione può protrarsi a lungo.
Daniel Goleman, Intelligenza emotiva. Che cos’è, perché può renderci felici, BUR, 2001 p. 202
Nel momento storico in cui ci troviamo le difese immunitarie sono – evidentemente – essenziali. Priorità di tutti noi è potenziarle e non togliere loro risorse.
Questa riflessione è utile per prima cosa a tutti noi che ci lamentiamo di vivere vite stressanti, ma, come educatori, genitori e insegnanti, dobbiamo ricordarci sempre di questo legame tra stress e difese immunitarie per il bene di bambini e ragazzi.
Ad esempio, quando, in assoluta buona fede, un docente sceglie i compiti a casa come strumento per ricreare una routine per la scuola a distanza, dovrebbe chiedersi se ha senso o se questa scelta aumenta i livelli di stress dei ragazzi. In una situazione già difficile (chiusi in casa, senza poter andare giocare con gli amici… ) stiamo attenti noi adulti a non creare ulteriori fonti di stress perché – ricordiamocelo – il nostro primo compito è quello di preoccuparci della loro salute (altrimenti non avremmo chiuso le scuole).
Tutto questo non vuol dire lasciarli senza nulla da fare. Vuol dire, semmai, proporre attività che pur permettendo di lavorare su conoscenze, abilità e competenze previste dai nostri curricoli di istituto, lo facciano con “leggerezza”, quasi che i ragazzi, presi dall’interesse per l’attività, non si accorgano che è scuola (vedi alcuni esempi e spunti).
Foto di Pedro Figueras da Pixabay