In questi giorni è tutto un fiorire, sui giornali e su internet, di consigli su come organizzarsi in caso di smart-working. Non è facile, per chi era abituato a uscire tutte le mattine e andare in ufficio, passare a questa nuova modalità di lavoro. I consigli ricorrenti si concentrano sull’organizzazione dei tempi (come fissare un orario – minimo e massimo – per il tempo di lavoro, così da evitare i due problemi opposti – distrarsi continuamente o dedicare tutto il tempo al lavoro), sugli spazi (fissare dei luoghi della casa in cui si è “al lavoro” aiuta tutti i membri della famiglia a regolarsi e a non disturbare) e sulle abitudini (con consigli come “non restare in pigiama tutto il giorno”).
In sostanza, dietro a molti di questi consigli, c’è un’unica idea: datti una routine. Ed è un consiglio importante anche quando ci addentriamo nel campo della didattica a distanza.
Anche se il termine spesso viene usato con significato negativo (qualcosa di monotono e deprimente), dobbiamo ricordarci che la nostra vita è caratterizzata da una sequenza di routine, cioè di abitudini acquisite pian piano che ci permettono di ridurre lo stress e il carico cognitivo. Per esempio quando inizia la giornata scolastica i ragazzi sanno che materie li aspettano, quanto tempo dovranno “resistere” fino al prossimo intervallo e quando potranno tornare a casa. Non è un caso che l’ingrasso nella scuola dell’infanzia preveda un periodo di ambientamento in cui si aiuta il bambino a creare una nuova routine per gestire l’assenza dei genitori per una considerevole parte della giornata.
E quando la situazione cambia intorno a noi il primo passo è proprio lavorare su una costruzione di nuove routine.
Per prima cosa è utile agli insegnanti (e a chi gestisce istituzioni educative) – che vivono un momento di forte stress – darsi dei “paletti”. Per esempio crearsi delle zone di rispetto (sabato e domenica) in cui ritagliare tempo per sé stessi e “staccare” un po’ dal lavoro (adesso, ancora più che in altri periodi, è importante evitare il burnout).
Ma è utile anche per i ragazzi. Sviluppare delle routine (in sinergia insegnanti e genitori) può aiutare i ragazzi ad affrontare un periodo complesso come questo.
Proviamo a individuare, innanzitutto, alcune caratteristiche che dovrebbe avere una routine per la scuola a distanza nei giorni del coronavirus:
- equilibrare i tempi di lavoro, quelli dello svago e quelli del riposo. Sono importanti tutti e tre e nessuno può prevalere sull’altro;
- rispetto ai tempi di lavoro, bilanciare (nella quantità e negli orari) le attività che chiedono un forte impegno cognitivo (per esempio leggere e studiare) e quelle che ne richiedono uno più blando (ad esempio attività artistiche);
- sfruttare le attività di casa (ad esempio cucinare) per creare un diversivo (sapendo che avranno comunque anche una possibile ricaduta didattica);
- approfittare della situazione per valorizzare momenti solitamente trascurati (come la colazione preparata e consumata insieme);
- non dimenticare che il nostro corpo è fatto per muoversi e non per stare fermo a lungo;
Progettare le attività ragionando in termini di routine, allora, è uno strumento prezioso per tutti.
Per gli insegnanti, per essere sicuri di non esagerare con un tipo di attività (per esempio riducendo gli spazi di attività motoria – proponendo lo studio del libro anche nelle “ore” di educazione fisica – o assegnando solo attività ad alto impegno cognitivo) e per decidere quali tipi di attività proporre.
Per i genitori – lavorando in sinergia con le proposte della scuola – basarsi su una routine permette di capire, senza dover impazzire, come ha senso “impegnare” il tempo dei ragazzi senza creare dei doppioni con le attività indicate dagli insegnanti, andando semmai a completare (come in una sorta di “dieta delle attività”) la proposta.
Per i ragazzi avere una routine (più semplice e accompagnata per i piccoli, più complessa e lasciata maggiormente all’autonomia man mano che si cresce) è un elemento di tranquillità (è rassicurante sapere cosa si deve fare) quantomai necessario in un momento di incertezza come questo e un aiuto nell’acquisizione di sane abitudini.
Non esiste la routine perfetta ma possiamo individuare alcuni elementi chiave (con alcune attività di esempio). Poi ognuno personalizza in base alle esigenze di tutti gli attori coinvolti (primi fra tutti i ragazzi).
esempio di routine
Risveglio
- sveglia
- ginnastica
- abluzioni
- colazione
Lavoro a forte impegno cognitivo
- studio
- lettura di libri
- compiti
Pranzo
- cucinare
- apparecchiare la tavola
Lavoro a basso impegno cognitivo
- attività artistiche
- attività tecniche
- attività manuali
Merenda
- preparazione di un dolce
Svago
- enigmistica
- giochi da tavolo
- giochi con le carte
- ginnastica
- puzzle
Cena
- cucinare
- apparecchiare la tavola
Relax
- musica
- film
Sonno