Probabilmente molti di noi, di fronte a questa domanda posta a bruciapelo, risponderebbe di sì. Infatti nell’esperienza comune la si usa per riempire il tempo libero, specialmente durante i periodi di vacanza.
Ma proviamo a chiederci che effetto ha sul nostro cervello risolvere i giochi enigmistici.
- Risolvere un cruciverba chiede di compiere una serie di azioni: leggere una definizione, comprenderla, richiamare dalle conoscenze accumulate nella propria memoria una risposta eventualmente aiutandosi con il numero di caselle e le lettere già presenti.
- Se ci pensiamo bene le prime azioni corrispondono alle competenze che vengono testate tutti gli anni con le prove INVALSI: la capacità di leggere, comprendere e utilizzare dei testi (ma in maniera forse più divertente).
- Il fatto di dover scrivere la risposta nelle caselle aiuta i più piccoli a fare esercizio di scrittura, a gestire la spazialità (devo scrivere una lettera per casella) e fissa ulteriormente nella memoria la parola e la sua grafia.
- Le parole crociate permettono di sviluppare delle modalità di risoluzione dei problemi (ad esempio quando non riesco a trovare la risposta provo a risolvere le definizioni che incrociano la parola mancante per avere un aiuto)
- Anche in caso di giochi più semplici in cui non c’è bisogno di trovare la parola collegata alla definizione (come il cruci-intarsio) per cercare di posizionare i termini del gioco si continua a leggerli e ripeterli mentalmente fissandoli così nella memoria
- Altri giochi (per esempio il sudoku e simili) possono richiedere di attivare le capacità dell’area logico-matematica
Tutte attività legate alla sfera dell’apprendimento scolastico che però si svolgono spesso con grande impegno ma quasi senza accorgersi della fatica. Insomma ci si diverte e si impara allo stesso tempo.